Il vice ministro ha rivendicato una particolare attenzione al Terzo settore a partire dalle modifiche previste dalla legge delega per la riforma fiscale. Tra le principali citate da Leo, c’è il riconoscimento nei principi guida in materia tributaria di uno spazio al Terzo settore, in una logica di razionalizzazione e semplificazione. A questo si aggiunge una importante ridefinizione degli aspetti tecnici della norma che riguardano le imposte sui redditi, l’Iva e l’Irap. Per quanto riguarda l’Iva, Leo ha ricordato che nella legge delega sono stati introdotti interventi di semplificazione e razionalizzazione (art. 7). L’ultimo tassello riguarda l’Irap che oggi non esenta il costo del lavoro, con un conseguente effetto negativo per gli enti. Altro tema caldo è quello degli incentivi ai lavoratori nel Terzo settore. “Nella legge di bilancio – ha spiegato Leo – abbiamo previsto meccanismi di incentivi all’occupazione di ‘chi più assume meno paga’, che coinvolgono anche le cooperative”. Questo significa che se nel 2024 si fanno più assunzioni a tempo indeterminato rispetto al 2023, accederà a dei benefici, più alti in caso di alcune categorie come donne con figli, persone che escono dal reddito di cittadinanza e giovani al di sotto dei 30 anni. Come ribadito dalla vice ministra del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci intervenuta durante il convegno a Roma. “Si sta lavorando anche alla costruzione di un tavolo di lavoro sull’amministrazione condivisa che deve essere una leva fondamentale per far sì che gli enti locali possano attuarla in modo efficace. Questi tavoli sono vere e proprie équipe di lavoro aperte anche alle categorie professionali interessate al mondo del Terzo settore. Tra i segnali di attenzione di quest’anno citati dalla Bellucci, anche il varo del Codice dei contratti pubblici in cui è stato inserito il riconoscimento e il protagonismo dell’amministrazione condivisa e la ridefinizione delle regole dei finanziamenti previsti dall’articolo 72 del codice del Terzo settore, aperto ora a progetti di rilevanza nazionale.
Durante l’appuntamento annuale di Terzjus, uno dei temi principali non poteva che essere lo stato di salute del registro unico nazionale del Terzo settore avviato a fine 2021.Oltre a presentare il trend positivo registrato – più di 116.000 gli enti iscritti di cui quasi 22.000 sono “nuovi iscritti” e circa 5000 le “nuove” imprese sociali nate o qualificatesi tali dalla fine del 2017 ad oggi – il rapporto di Terzjus conforta il sentiment degli enti del Terzo settore (Ets) che si dicono consapevoli dell’opportunità dell’iscrizione al registro, mentre solo un quarto di loro lo percepisce come un mero adempimento burocratico. Grande attenzione, a 7 anni dalla pubblicazione della legge delega sulla riforma del Terzo settore, ai benefici previsti, caratteristica fondamentale dell’intero impianto normativo. In particolare, il rapporto ne esamina principalmente due: l’accesso al “Fondo per il sostegno delle attività e servizi di interesse generale”, disponibile dal 2018, e le detrazioni e deduzioni relative alle erogazioni liberali effettuate dai contribuenti verso gli Enti del Terzo settore.
Fonte: Cantiere Terzo Settore