L’esperienza di applicazione degli strumenti collaborativi previsti dall’art 55 del codice del Terzo settore sta diventando lentamente un oggetto della ricerca empirica. L’aspetto positivo è che il ricorso agli strumenti collaborativi sta aumentando velocemente, ma a fianco di questi elementi chiaramente importanti si registrano tuttavia anche diverse criticità. È evidente ad esempio come si è maggiormente orientati alla soluzione di problemi contingenti che non a ridefinire un orizzonte strategico di policies a livello territoriale.

Il settore pubblico è abituato a operare con una cultura che è burocratica e gerarchica, ossia l’opposto di ciò che serve per governare relazioni collaborative che richiedono flessibilità procedurale e interpretazione delle norme. Il Terzo settore a sua volta porta con sé le logiche competitive e di frammentazione che ne hanno connotato la crescita degli ultimi quindici anni. Il campo che si presenta più problematico per dare gambe alle co-progettazioni è quello delle risorse. A fronte di queste difficoltà diffuse e nonostante le buone prassi che stanno prendendo forma in alcuni territori sta emergendo sia a livello di enti pubblici, ma soprattutto del Terzo settore la tentazione di un ritorno al passato e di una rivalutazione del sistema delle gare.

Vi sono tre punti a sostegno di questa tesi:
1. Il problema delle risorse e del rischio del mancato riconoscimento del ruolo imprenditoriale del Terzo settore.
2. La co-progettazione è spesso caotica e onerosa in termini di tempo e impegno, le procedure non sono chiare e espongono a rischi di ricorsi e contestazioni, e che i funzionari pubblici rischiano di usare in modo inappropriato e rigido il nuovo strumento.
3. Il sistema degli appalti ha da un certo punto di vista permesso al Terzo settore più strutturato di assumere dimensioni occupazionali ed economiche rilevanti e questo comporta anche un effetto a catena di sostegno delle centrali di rappresentanza che usufruiscono per il loro finanziamento delle quote dei bilanci delle associate.

Piuttosto che avanzare ipotesi di ritorno al passato, converrebbe invece provare un percorso di sperimentazione della riforma. Nessun processo di cambiamento è indolore ed è fondamentale analiz-zare bene i presupposti da cui si parte e gli elementi di ostacolo e di facilitazione che il cambiamento può incontrare. A livello locale si sono costruite alleanze tra enti locali e fondazioni per finanziare le co-progettazioni introducendo come criterio per la presentazione e valutazione delle proposte la co-struzione di piattaforme collaborative tra gli enti del Terzo settore locali.

Fonte: UISP – Unione Italiana Sport Per Tutti

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