Non c’è dubbio, purtroppo: il coronavirus sta creando seri problemi a chi è alla ricerca di lavoro.
Non ci si può stupire allora se assistiamo ad un rallentamento delle assunzioni. Guai però a gettare
la spugna.
In questa fase due, come la si chiama, le cose hanno comunque ripreso a muoversi e grazie
anche a vecchi e nuovi incentivi, le aziende stanno riorganizzando le proprie attività per uscire
dall’emergenza e tornare ad assumere nei settori in cui ciò è possibile, affidandosi sempre più a
strumenti digitali nella ricerca di personale.
Cosa fare allora in un momento come questo? Ecco alcuni suggerimenti.

1. Continua a inviare la tua candidatura, ma non limitarti a fare sempre le stesse cose: il mondo
cambia.

2. Utilizzando internet, comincia con il documentarti sui video colloqui e sulle interviste telefoniche.

3. Cerca di capire quali sono i settori in crescita (cedi alla fine di questo documento) nei quali, in base alle tue competenze, puoi risultare occupabile.

4. Specialmente in questi momenti difficili, bisogna imparare ad adattarsi, anche uscendo dalla
propria zona di residenza. Prima di guardare in settori diversi dal tuo, apriti alla possibilità di
cercare lavoro in un’altra città o in un’altra nazione.

5. Migliora al massimo i tuoi profili social.

6. Una volta capito in quale ambito cercare di inserirti, cambia il tuo curriculum, adattandolo il più
possibile al settore delle aziende alle quali lo spedisci, mettendo in evidenza le competenze, le
esperienze e i punti forti del tuo modo di essere che ti sembrano più in linea con il profilo per il
quale ti stai proponendo. Non dimenticare di sottolineare le tue competenze digitali.

Coraggio, amico, trovare lavoro durante il covid-19 non è facile, ma è ancora possibile. Non
mollare.
Ecco adesso una breve panoramica del mercato del lavoro in questo tempo particolare.

COME CAMBIA IL LAVORO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Nessuno, certamente avrà mai pensato che, finita l’emergenza legata al covid -19 sarebbe stato
sufficiente far finta che la pandemia non sia mai esistita, perché tutto tornasse come prima.
Nei giorni funesti del coronavirus anche il lavoro si è visto costretto a cambiare. Quello che sta
ripartendo è un mondo nuovo nel quale siamo chiamati ad affrontare nuove modalità di lavoro,
tenendo conto della distanza fisica. E dovremo saper affrontare anche nuovi lavori, ai quali tante
aziende si stanno riconvertendo.
Alcune professioni vivono un momento di grandissima difficoltà o sono a rischio di
estinzione: turismo, trasporti, commercio locale, vendita al dettaglio (eccetto che per i generi
alimentari) e, in genere, i lavori dove la vicinanza e il contatto fisico sono necessari.
A venire in soccorso ci sono il web e i social network e c’è chi, conoscendone le potenzialità, ne
sta già traendo beneficio. Lo smart working (quella modalità di esecuzione del lavoro, fuori dagli
uffici o dagli stabilimenti produttivi e senza prescrizioni di orari prefissati, che richiede, comunque, il
mantenimento dei livelli di produttività e il raggiungimento di precisi obiettivi) è ormai presente nelle
nostre vite e lo sarà sempre di più. Bisogna imparare ad essere sempre più connessi e, al tempo
stesso, a lavorare da casa.
I settori, viceversa, che stanno manifestando un picco di richieste sono, come era facile da
immaginare, quelli relativi alle professioni in ambito sanitario. Rilevante, in particolare, è stata ed
ed è ancora la richiesta di infermieri e operatori sociosanitari.
Cresciuta, altresì, la richiesta di operai in ambito chimico e farmaceutico per la produzione di
disinfettanti e mascherine, nonché quella degli addetti alle pulizie e agli interventi di sanificazione.
Cresciuti anche i settori legati ai beni di prima necessità, come la grande distribuzione, a
cominciare dai magazzinieri addetti alla preparazione della spesa on line, agli addetti al trasporto,
alla logistica e alle attività legate all’e-commerce.

Aumentati, infine, i servizi di consegna a domicilio dei medicinali e della spesa, ma anche dei pasti
già cucinati, oltre che dei prodotti acquistati on line, di documenti, ecc.
E cresce sempre di più il bisogno di servizi alla persona, rivolti in particolare agli anziani: si tratta di
un settore che non teme la concorrenza della robotica.
È già cominciata la rivoluzione del “fare la spesa” con lo sviluppo di sistemi salta-fila e con la
nascita di nuove app (sono già almeno 50) per la consegna a domicilio, ma si prevede un’ulteriore
crescita del settore. Basti dire che I ristoranti che hanno aderito a questa formula hanno già ripreso
la loro attività e sono aumentati del 60%. In previsione delle rigide regole che da rispettare
all’interno dei locali, la stragrande maggioranza dei titolari non ritiene che la spedizione dei pasti a
domicilio sia una cosa temporanea.

Pubblicato il 05-05-2020

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