Il direttore generale del Ministero del Lavoro Alessandro Lombardi ha risposto ad alcune domande in occasione di un evento formativo organizzato da CSVnet. Tra i decreti in uscita, quello sui controlli e la valutazione delle competenze dei volontari. Davanti a una platea composta da referenti delle aree di consulenza giuridica dei centri di servizio per il volontariato di tutta Italia, Lombardi ha risposto ad alcune domande che hanno spaziato, dai temi fiscali alle semplificazioni per gli enti di minore dimensione, fino alle modifiche alla piattaforma del Runts.

Qual è lo “stato di salute” attuale della Riforma del Terzo settore e della sua implementazione normativa? Visti i diversi passaggi compiuti, quali possono essere le tempistiche ragionevoli per l’entrata in vigore del nuovo regime fiscale?

Siamo in una fase avanzata in quanto il Runts è ormai pienamente operativo, ed ospita circa 115 mila enti, di cui più di 20 mila neoiscritti, vi sono anche quelli provenienti dalla trasmigrazione: si è trattato di un processo enorme, che ha fortemente impegnato gli uffici del Runts. Uno degli effetti indotti della riforma è l’assunzione di centralità del Terzo settore nel dibattito pubblico, soprattutto nella fase di scrittura delle leggi (si pensi, tra i tanti esempi, al nuovo codice dei contratti pubblici). In questo senso deve essere letto anche il tema della fiscalità, dove l’attenzione è altissima: su input del Vice Ministro del lavoro e delle politiche sociali è stato costituito presso il Mef un gruppo di studio, che è impegnato, tra l’altro, sulla finalizzazione dei documenti da presentare alla Commissione Ue nell’ambito del processo di autorizzazione delle disposizioni del Codice del Terzo settore. In questa fase, inoltre, si sta lavorando a due decreti attuativi del Codice: uno sui controlli sugli Ets e l’altro sul riconoscimento delle competenze acquisite nel volontariato.

I centri di servizio per il volontariato hanno un ruolo fondamentale per accompagnare gli enti, soprattutto quelli di piccola dimensione. Per quanto riguarda il Runts, quali potrebbero essere le agevolazioni per favorire il loro lavoro?

Nei mesi scorsi abbiamo avviato, in sinergia con i nostri partner istituzionali UunionCamere e Infocamere, un confronto con CSVnet e il Forum Nazionale del Terzo settore per trovare soluzioni per sgravare di alcuni oneri le diverse realtà del Terzo settore. Una soluzione su cui si è ragionato è quella della delega. In questo senso, la delega si può configurare in due diversi modi. Nel primo caso, il legale rappresentante delega un diverso soggetto alla compilazione ed invio della pratica, ma la firma digitale della distinta rimane in capo al primo. La seconda possibilità è quella di una delega piena, in cui il delegato segue tutto il ciclo, compresa la firma digitale. Entrambe le soluzioni prevedono alcune modifiche sia al D.M. n. 106/2020 sia alla piattaforma informatica.

È possibile ipotizzare una modifica all’attuale sistema che preveda come unico strumento per operare nel Runts quello dello Spid o della Cie (Carta di identità elettronica), non rendendo più obbligatoria la firma digitale delle istanze, che ad oggi sta creando delle difficoltà agli enti?


Nel Dm 106 del 2020 il Runts è definito espressamente come un sistema in evoluzione, così come è stato per il registro delle imprese. Il tema del superamento della firma digitale è stato già portato all’attenzione dell’ente gestore, in quanto per accedere al Runts all’utente sono richiesti necessariamente lo Spid o la Cie, che consentono l’identificazione certa della persona.

* Le considerazioni espresse nella presente intervista sono frutto esclusivo del pensiero dell’intervistato e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza.

 

Fonte: Cantiere Terzo Settore

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