C’è una domanda che in questi tempi di pandemia è sempre più frequente: “Quale lavoro troverò o come cambierà la mia professione (il lavoro) nel post Covid?” La velocità con cui la pandemia ci ha travolti ha messo immediatamente a nudo le carenze, piccole o grandi, nella attività professionale. Era prevedibile? No, nessuno se lo aspettava, ma la capacità reattiva ci può salvare. E forse migliorare.
Nessuno poteva prevedere una pandemia, a parte nostra nonna. La nonna, una guerra se non addirittura due, le ha passate. La nonna è abituata a essere accorta, era autosufficiente in cucina, magari aveva il pollaio. Teneva viveri di riserva e sapeva fare tantissime cose. Quanti di noi hanno seguito questi sani principi nell’attuale professione? Quanti di noi si sono posti il problema: “E se succedesse qualcosa?”. Non si sa cosa sia il “qualcosa”, ma si possono prevedere gli effetti e preparare delle azioni successive per sopravvivere.
In questo pezzo vorrei esaminare il problema solo il profilo professionale, tralasciando altri aspetti.
Che siate disoccupati o liberi professionisti o titolari di grandi studi professionali, diplomati o laureati, giovani o meno giovani, il primo soggetto da analizzare siete voi stessi.
Anzi, permettimi di parlare con te utilizzando il “tu” per essere ancor più incisivo e diretto.
L’analisi che ti propongo è semplice: rispondi a queste domande, sinceramente e dettagliatamente.
E scrivi le risposte su di un foglio bianco, non in sequenza ma in cerchio.

1. Cosa sai fare bene, tu “da solo”, senza il supporto di altri, sotto l’aspetto lavorativo?
Potresti rispondere che sai riparare i motori delle automobili, che sai cucinare in maniera eccellente, gestire bene le persone, che sai tenere e creare una buona rete di contatti, che sei specializzato in ristrutturazione di aziende in difficoltà, che sai gestire benissimo i rapporti col fisco, che sai leggere tra le righe un bilancio per risistemare costi e spese. Identifica bene la tua abilità.

2. Quali conoscenze o competenze hai di supporto o meno alla tua professione?
Intendo dire saper maneggiare attrezzature meccaniche, conoscenze approfondite di lingue straniere, programmi informatici, settori merceologici, mercati stranieri o altro.

3. Cosa sai fare bene da un punto di vista concettuale?
Sai parlare in pubblico? Sai creare relazioni? Sai ascoltare le persone? Sai mediare le conflittualità? Sei particolarmente creativa/o?

4. Cosa sai fare bene da un punto di vista manuale?
Qui elencate eventuali vostre abilità manuali.

5. Cosa sai fare bene, nel campo delle attività sportive o hobbistiche?
Dal tennis al golf, dagli scacchi al bricolage, dalla cucina alla musica e chi più ne ha, più ne metta.
Ora guarda il foglio, vedi l’insieme delle cose che hai scritto e inizia a unire con un tratto di penna le competenze che possono avere un nesso, un collegamento.

Troverai a volte 2, 3 o anche 4 diversi punti di contatto che possono auto-alimentarsi e darti forza.
Poi comincia a porti un problema, solo teorico ovviamente: poniamo il caso che tra un anno accada qualcosa di assolutamente imprevedibile che mi impedisca di svolgere il lavoro che vorrei o la professione che ora svolgo: cosa potrei fare di alternativo per mantenere me e la mia famiglia?
Uscirà sicuramente una possibile alternativa. Forse anche due.

Quindi, ultima domanda: “Cosa puoi e devi fare ora, visto che hai del tempo, per sviluppare questa alternativa al punto da farla diventare praticamente realistica?” Forse dovrai approfondire la lingua inglese, approfondire in dettaglio un programma informatico, studiare il bridge al punto di poterlo insegnare, ecc. Inizia subito, organizzati subito questo impegno in agenda e sfrutta nel migliore dei modi il tempo di cui disponi.
Ho finito, forse ti sembra un gioco strano, un’inutile perdita di tempo. Se credi sia così, poniti questa domanda: “Cosa avresti fatto (tu o altre persone che conosci) che non hai fatto, se avessi saputo un anno fa che il Covid-19 ti avrebbe potuto cambiare la vita?”.

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